Pensiero numero centocinquantuno

La protesta è un atto intestino dell’essere umano. E’ qualcosa di talmente spontaneo e talmente umano che difficilmente la si può canalizzare al 100%. Non sono mancati nel mondo e nella storia occasioni di questo processo di imbrigliamento. E si spera che non succedano altro volte. Ma alla fine non si può prescindere dal fatto che della protesta non si può fare a meno.
Se non si protestasse la gente che comanda non potrebbe capire se quello che fa sia giusto o meno. Sia ben fatto o meno.
Meglio però che la protesta sia spontanea e non pilotata. E’ troppo brutto quando le cose non sono naturali.

Pensiero numero centoventiquattro

Raccontare una famiglia è il sogno di ogni scrittore. O per lo meno lo dovrebbe essere.
Perché? Perché la famiglia è il cardine di ogni storia.
Una domanda su tutte: un personaggio non è figlio o figlia di un padre e di una madre?
Andare alla fonte del proprio protagonista dovrebbe essere una aspirazione di uno scrittore.
E se non lo è non si capisce cosa voglia dire per lui scrivere.
Solo un nome fra i tanti: Giovanni Verga.
Lui con i suoi “Malavoglia” ha dato al futuro l’esempio di una famiglia del suo tempo, del suo presente. E mi piacerebbe capire quale scrittore non ambirebbe a raggiungere lo stesso traguardo: dare al futuro una famiglia del suo tempo.
Sotto un certo aspetto Federico Moccia c’è riuscito in questa missione. Perché partendo da una coppia di protagonisti ha delineato una sorta di famiglia di appartenenza che connota la vita di quei due protagonisti, babi e step.
Ce ne sono tanti, poco ma sicuro, di scrittori che ambiscono a far vivere la propria famiglia immaginaria all’interno di uno dei loro libri.
Una famiglia si trova sempre dentro un libro. E se non in senso tradizionale, in senso lato…

Pensiero numero centoventi

Il tempo della lettura è qualcosa che nasce a qualsiasi età. Un poco meno da adulti, ma può nascere…
La lettura, pur se nel volgo popolare considerato esercizio da sfigati – e per questo la persecuzione è forte e profonda – ha un buon nascere quando si è bambini, ragazzi. E ci si sbaglia se si crede che sono pochi i libri per ragazzi. Tolti Salgari e i romanzi femminili…
Mai oceano si potrebbe pensare di persone, uomini e donne, che scrivono pensando ad un pubblico delicato, o quasi, come quello dei ragazzi.
Ma i ragazzi avranno voglia di leggere o si dovrà rimettersi al vecchio meccanismo per cui si legge per fare interrogazione a scuola?
Il fatto che pesa è la persecuzione vera e propria che i propri vicini e coetanei fanno a chi si rinchiude dentro l’universo parallelo di una storia tanto inventata quanto presa dalla realtà. Si pensa sempre che l’unica cosa che conti siano donne, calcio e motori per i maschi e boutique, trucco e parrucco e faccende domestiche per le femmine.
Non si saprà mai quando ci sarà uno spiraglio, in fondo al tunnel…

Pensiero numero centodue

Intervista a Daria Bignardi

C’è chi crede che fare la scrittrice faccia parte di un mondo fuori dalla realtà.
E sotto un certo aspetto è anche vero…
Ma per il resto c’è tanta fatica…
Diversa dalla fatica di portare un pancale di mattoni. Ma comunque una fatica anche quella.
Bisogna far combaciare personaggi ed eventi. Uomini con altri uomini o con donne e viceversa.
Si cerca sempre un intrattenimento da parte di uno scrittore/scrittrice.
E lo si cerca sempre migliore…
Per alcuni casi si riesce. Per altri si perisce sotto il peso delle copie buttate al macero.
A Daria Bignardi non si crede succederà. Perché pur raccontando sempre qualcosa di sé non rimane mai a secco di una storia da raccontare.
Ma la domanda è: cosa le succederà, il macero o il successo?

Pensiero numero settantatre

scuola
A Rozzano caos per il presepe a scuola

Per parità, visto che siamo tutti cittadini italiani, a scuola dovrebbero far festeggiare anche le altre festività religiose. Ma sotto un certo aspetto il preside della scuola di Rozzano non ha fatto una cosa tanto fuori da un senso di multiculturalismo difficile da trovare in bocca a Salvini o alla destra italiana.
Ha voluto mettere i bambini davanti al fatto che tutti meritano rispetto.
Se il rispetto Salvini lo avesse voluto dimostrare, non avrebbe politicizzato una manifestazione di genitori, come doveva essere o voleva essere del tutto genitoriale, e quindi portare la questione fuori da un ambito privato dell’ambiente scolastico. Per capirsi, sarebbe dovuta essere una questione tutta di Rozzano. Mentre adesso, sicuramente senza prova personale ma con la certezza che le telecamere vanno dove il dente duole, la questione riguarda anche tutti quei cronisti che fanno i loro collegamenti da Rozzano per i rispettivi programmi di appartenenza.
Forse quei genitori tutta, forse tanta, di quella esposizione mediatica non la volevano. Avrebbero magari voluto che il Ministro Giannini dicesse una parola chiara. Ma non solo al TG1 o al TG5. Una parola istituzionale che decidesse della questione e desse a riguardo il la al comportamento di altri dirigenti scolastici.

Pensiero numero cinquantaquattro

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Intervista a Francesca Dego

Quando non si è parte di un pubblico si è soggetti ad un pubblico. Ma non nel senso di essere privati che si rivolgono ad un pubblico. Nel senso di essere un soggetto pubblico che si rivolge ad un pubblico. Con delle regole di comportamento ben precise a cui lo sgarrare comporta una abbondante sanzione di allontanamento dal pubblico. Da quello a cui tu appartieni da dipendenza e che ti direbbe puoi andare a farti fot***e visto che tutti al mondo sono utili ma nessuno è indispensabile.
Forse nemmeno una grande esperienza può aiutare. E’ come se esistesse una magia per cui tu sei quello che sei per un pubblico e basta poco perché la magia finisca in un lampo. Beato chi riesce a stare sotto l’ombrello di questa magia…

Pensiero numero cinquantuno

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Intervista a Gianluigi Nuzzi

A sentire l’intervista, viene agli occhi un uomo che è assediato. Un soggetto solo al comando che di comando ne ha molto poco. Non si può che non essere d’accordo con Nuzzi nel dire che Papa Francesco ha appena iniziato e che per cambiare le cose ci vuole tempo. Ma la gente comune, quella che assedia Piazza S.Pietro ogni mercoledì e ogni domenica per vedere quel Papa, avrà voglia di dare quel tempo ai cardinali se non a lui?

Pensiero numero trentaquattro

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Intervista ad Alberto Sinigaglia con intervento di Maurizio Maggiani

Il cercare una storia comune, al di là del pensiero individuale, è un ben arduo compito. Perché questo paese dai mille difetti e dai cento pregi come è l’Italia ha fatto e fa della regola NIMBY un pilastro fondante e principale.
Maggiani crede che si possa iniziare una catena anello dopo anello e si possa partire dal suo libro. Ma si può fino a questo punto sperare di sfatare il mito di una dichiarazione di Mussolini che alla domanda di come governare gli italiani rispose che farlo è sostanzialmente inutile? Si può ipotizzare che un popolo fresco di unificazione come questo si dia il la per creare la propria sinfonia in tutti gli ambiti della vita?
Il si è una risposta davvero troppo sbagliata. Ma il no è una risposta avvilente, e soprattutto inadatta ad una popolazione che sotto certi aspetti ce la mette tutta, ma poi alla fine arriva il solito italiota e mette a carte e quarantotto tutto il tavolo.
Quale dunque la risposta? Quale dunque il risultato?
Forse un poco di tempo può aiutare…

Pensiero numero trentatre

Premio Nobel per la Pace al Quartetto tunisino

Si può pensare, in questo caso, che quattro organizzazioni possano essere troppe quali destinatarie di un premio unico?
Sotto un certo aspetto si, visto che naturalmente il premio verrà quadruplicato e destinato alle singole associazioni di cui è composto in quartetto.
Sotto un certo aspetto no, perché premiare una sola delle associazioni avrebbe scontentato le altre e avrebbe fatto pensare che non vale la pena di darsi da fare per poi sentirsi dire grazie solamente in un futuro della memoria.
Di certo la pace non la combatte per avere in Nobel in contraccambio. Ma è più un si che un no la troppezza di soggetti destinatari del Nobel.
Si spera perlomeno che il premio sia diviso in quattro e non quadruplicato…

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