Pensiero numero centoquarantaquattro

Cambiare la testa di una persona lo puoi fare solo se sei disposto a farti contaminare dal pensiero altrui. Oppure sei capace di entrare senza lasciarti intaccare, ma la cosa di per se è complessa.
Quando una donna cambia suo marito, suo marito può perfino ribellarsi, ma non lo fa perché sente il vincolo matrimoniale e quindi preferisce ascoltare. Quando scatta la ribellione è perché il livello di intensità è tale da sentirsi denudato di se stesso.
Cambiare la testa di qualcuno è un lavoro. E infatti ci sono lavoratori appositi che lo fanno.

Pensiero numero centoquarantatre

Quando cominci con il piede giusto, durante la tua giornata, le cose dovrebbero andare meglio.
quando cominci la settimana con il piede giusto le cose dovrebbero proseguire nello stesso modo per tutta la settimana fino a venerdì perché dicendo G.A.D.è V. poi ti godi il fine settimana e di li ricomincia il percorso.
Quando cominci le vacanze col piede giusto, riesci magari a godertele fino in fondo e non dover imprecare a più non posso perché magari hai speso dei soldi per nulla.
Quando cominci l’anno con il piede giusto, e magari con una abbondante dose di lenticchie e una stappata di spumante esattamente temporizzata con la mezzanotte del 31 dicembre, magari l’anno può essere più bello o meno brutto del precedente. Sempre ammesso che l’anno che ti togli dalle spalle sia stato un anno di m**da e quindi non si può che migliorare…
Quando si comincia con il piede giusto, nella maggior parte dei casi tranne quelli platealmente non modificabili, le cose possono andare meglio…
Il primo dell’anno che viene, tatticamente, meglio posizionare la ciabatta o la pantofola giusta nella posizione corretta…

Pensiero numero centoquarantadue

Un uomo da solo è duplice: può essere se stesso in quanto numero o in quanto singolo.
Se tu moltiplichi la tua persona nella tua vita puoi costruire diversi castelli contemporaneamente. Con il rischio che possano crollare perché non riesci a dare la stessa attenzione a tutto, ma intanto costruisci.
Se tu rimani singolarmente te, il castello che costruisci è solo uno. Una sola stanza. Una sola vita. Uno solo, cioè te stesso.
Il discrimine tra quello che è meglio fare, se sduplicarsi o rimanere solo se stesso, si rimette al giudizio di ciò che si preferisce fare della propria vita.
Al netto dell’essere una persona rispettosa degli altri ed in primis di se stesso e delle proprie forze.

Pensiero numero centoquarantuno

Io faccio l’artista. Tu sei un artista. Loro sono artisti. Noi siamo artisti.
L’arte è di per se una dimensione molto aperta. Dove tutti possono entrare ma pochi possono rimanere.
La regina dell’arte offre a tutti una goccia del proprio sangue, per stringere il patto. Ma se tu di quel patto non sei vincolante, allora la goccia ti mangia l’anima fino in fondo, perché divora col fuoco sacro che arde dentro lo spirito.
La testimonianza maggiore che si può fare del patto è il lavoro, sempre e comunque, di quello che vuoi realizzare. Ma attenzione: non si può chiedere l’intervento della Fortuna. Perché lei è sorellastra della regina. E tra sorelle non si sopportano troppo.
Se la Fortuna bacia il tuo essere artista, l’invidia serpeggia tra tutti i pattuati. E sono dolori amari…

Pensiero numero centoquaranta

Un desiderio può uccidere.
Soprattutto quando il periodo in cui si possono realizzare si avvicina.
Alle volte si prende il desiderio per la sola cosa a cui attaccarsi. Quando magari ci sono cose più importanti, come una bambina che sviene a scuola perché vive nella più assoluta povertà e non ha nemmeno mangiato la giornata prima.
Basterebbe un grammo del singolo desiderio di qualcuno che ne ha fin troppo per rendere speciale la vita di una persona che magari deve fare la coda per un pasto alle mense comuni.

Pensiero numero centotrentanove

Gli altri possono essere seriamente la dannazione di ciascuno di noi.
Ma non perché qualcuno ha detto che l’inferno sono gli altri. Il motivo è più profondo…
Intanto gli altri ci danno qualcosa che alle volte non si sa decifrare. E da li danno.
Poi gli altri sanno fare male. Come pochi. E infatti pochi possono fare danni da milioni di persone.

Forse chi ha detto che l’inferno sono gli altri ha detto abbondantemente tutto…

Pensiero numero centotrentotto

Un gesto può essere tanto. Soprattutto quando è disinteressato.
Tu sei perso in un sentimento. Ci sei fino in fondo all’anima. Come puoi non saltare alla Charlie Brown e volare fino a un metro sopra il terreno se la tua ragazzina dai capelli rossi ti baciasse?
Ognuno ha il suo personalissimo metro di paragone nell’affetto: c’è chi ne da più alle persone, chi da più alle cose e chi anche ne da ai miti…
Dire quale dei tre sia il più importante è molto egoistico.
Ma il principio non cambia: se quel qualcuno o quel qualcosa ti dona un attimo di felicità tu non puoi che essere felice. Magari da qui all’eternità.

Pensiero numero centotrentasette

Dare una opportunità è nella maggiore delle ipotesi una scommessa. Sei tu che speri che qualcosa fatto da altri possa succedere e metti la tua fiches sul tavolo da gioco. Le probabilità sono al 50%: o vinci o perdi…
Il fatto è quando non punti solo una fiches, ma tutto il tuo gruzzolo. E c’è certamente chi lo fa perché non può fare a meno del brivido di poter esultare quando la tua puntata è stata giusta.
Di solito si chiama dipendenza…
E soprattutto si parla del gioco d’azzardo. Che può diventare una cosa pericolosa oltre che per se anche per gli altri che stanno intorno o sono legati…

Pensiero numero centotrentasei

La conoscenza è una dama molto difficile da trattare.
E’ una donna capricciosa, che più ne hai e più ne vorresti avere del suo respiro e della sua voce. Una voce che ti riecheggia nei pensieri e nel flusso della tua riflessione.
Di solito va a braccetto con il marito, che è il potere. Ma sono solo una coppia aperta: alcuni sono amici del marito, alcuni della moglie. Chi fa i selfie con lui, chi fa i libri con la sua collaborazione – di lei – e alla fine tutti si ritrovano nel salotteggiare, a braccetto del proprio preferito.
Il problema è quando nascono i bastardi dei loro rapporti occasionali un po’ di qui un po’ di la. Sono dei bambini veramente pestiferi. La metà sono dei leader nati, perfino da piccoli. Gli altri sono tutti infusi di scienza, con una fetta di bravi, alle volte, servitori della mamma, in quanto supermammoni.
Si può anche diventare figli adottivi. Ma la strada è lunga soprattutto qui in Italia. Mentre invece in altre parti ci invidiano questi adottati, che partono da casa e vanno a dare lustro all’estero disconoscendo babbo e mamma.
Nel paese solo quelli un pochino più volpastri cercano di essere, tra i figli, figli di. Ma facendolo rafforzano la tradizione vecchia ma sempre valida per cui, giustamente con il giusto sangue nelle vene, non si può dire basta e fare come altrove, perché si perderebbe tanto per la strada…

Pensiero numero centotrentacinque

Comandare può essere un verso semplice per chi lo ha sempre fatto. Solo che esiste comandare e comandare. Impartire ordini è sempre la stessa cosa. Ma a seconda delle responsabilità e dei limiti e dei confini intorno a cui giri un comando e un ordine non sono la stessa cosa.
Perché non si può dire che un buon dirigente possa essere anche un buon comandante. Dirigere e comandare hanno della sinonimia a livello di significato, ma praticamente sono due verbi differenti. Già nel modo di scriverli lettera per lettera…