Pensiero numero centoquarantotto

Fidarsi è un atto grande. Soprattutto quando sei nella cacca e non sai assolutamente come arrancare a riva nel lago in cui sei immerso fino al collo.
Avere delle responsabilità non è una scusa per potersi scudare dalle altre responsabilità più importanti e principali che sono alla base del tuo agire da responsabile.
Prima di tutto non si può non assolvere alle responsabilità principali, e poi a quelle successive. Se non in contemporanea.
Non si scappa dalle responsabilità…

Pensiero numero centoquarantasette

L’uomo solo al comando fa come il numero novanta nella tombola: la paura più assoluta.
Alle volte chi ti sta di fronte e di norma può essere una rogna come la propria moglie o i propri genitori non è fino in fondo un problema a cui ovviare con una esclusione.
Non si è completi nella vita quando si è soli dall’alba al tramonto.
Non si può fare un buon servizio a se stessi e al proprio avvenire, senza togliere la gente che ti gira intorno, se si esclude il dissenso e la discussione.
Sono il sale della vita…

Pensiero numero centoquarantasei

Dare il tempo, come dice una barzelletta, è sinonimo di dire a qualcuno di ritmare per un ballo o un canto. Ma dare il tempo, nella realtà della vita, è principalmente offrire una merce rara a qualcuno che magari non la merita.
Non lo si può sapere a priori se si è bravi dispensatori di tempo. La sicurezza la si acquisisce solo con il tempo. Che magari qualcuno ci ha gentilmente e amorevolmente concesso.
Si tratta proprio di un circolo che si chiude in se stesso e si perpetua dal tempo dei tempi.
E qualcuno lo avrà iniziato questo circolo. Ma non si riesce a capire quando esattamente.

Pensiero numero centoquarantacinque

Il silenzio è sopravvalutato. O forse sottovalutato. La cosa però alla base di tutto questo è che il silenzio non è una merce tanto facile da valutare. Perché c’è chi ce n’ha troppo c’è chi non ce n’ha.
E da entrambi i fronti si sente gelosia del proprio opposto.
Se si prova a vedere dalla parte della carenza dell’altro, non si riesce a sfruttare la propria condizione base. Se si sente troppo rumore si può imparare ad osservare. Se si sente solo silenzio si può aguzzare l’udito e imparare a percepire anche il più piccolo suono.
Alle volte basta pensare…

Pensiero numero centoquarantaquattro

Cambiare la testa di una persona lo puoi fare solo se sei disposto a farti contaminare dal pensiero altrui. Oppure sei capace di entrare senza lasciarti intaccare, ma la cosa di per se è complessa.
Quando una donna cambia suo marito, suo marito può perfino ribellarsi, ma non lo fa perché sente il vincolo matrimoniale e quindi preferisce ascoltare. Quando scatta la ribellione è perché il livello di intensità è tale da sentirsi denudato di se stesso.
Cambiare la testa di qualcuno è un lavoro. E infatti ci sono lavoratori appositi che lo fanno.